Amministrazione condivisa
«Ci sono tre cose che i migliori governi sanno fare: rispondere in modo efficace ai bisogni e alle preferenze dei cittadini, imparare dall’esperienza internazionale per elaborare le loro politiche e usare dati e scenari per una pianificazione a lungo termine. Se ben gestito, un sistema di governo di questo tipo sposa le virtù dell’inclusività democratica con l’efficacia del management tecnocratico.» Parag Khanna – La rinascita delle città-stato
Il rinnovamento della classe dirigente della nostra regione nell’alternanza con il centrodestra è fallito. Allo scollamento politico che ha preceduto Concorsopoli, alla sordità verso i bisogni delle persone e alla chiusura verso una logica consociativa di partito si è succeduto un modello che ha aggiunto incompetenza e arroganza svuotando la regione dei centri decisionali spostati da Perugia a Roma-Milano, nelle sedi dei partiti centrali. Un modello che ha sensibilmente peggiorato la qualità della vita degli umbri.
Per uscire da questa logica amministrativa di gestione clientelare, a corto respiro, dobbiamo spostare il fulcro delle decisioni atrraverso un nuovo modello di governance che non abbia paura del confronto. Oggi più che mai abbiamo bisogno di volgere lo sguardo all’Europa, misurando la distanza con le best practices nel mondo.
Una regione in grado di raccogliere, gestire ed analizzare i dati nella valutazione delle leggi, la loro efficacia e la loro efficienza, nonché il gradimento dei servizi da parte dei cittadini è una regione in grado di misurare la qualità delle proprie politiche. Capace di eliminare gli sprechi e utilizzare le risorse finanziarie in modo oculato. Questo è ciò si cui abbiamo bisogno: istituzioni capaci di misurare e governare i processi attraverso un miglioramento continuo finalizzato a produrre risposte immediate ai bisogni e alle esigenze dei cittadini in una società in costante mutamento.
La gestione dei big data non è solo una questione informatica, ma è soprattutto una questione democratica ed etica. Un sottile filo di lana tra la privacy, la libertà individuale dei cittadini e le nuove tecnologie ormai diventate un prolungamento del nostro vivere e agire quotidiano. È in atto un cambiamento radicale che può e deve essere governato dal controllo democratico, in modo da utilizzarlo per il benessere collettivo e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Un info-regione è in grado di adattarsi in maniera resiliente alle criticità del momento, liberando risorse ed energie per la programmazione a lungo termine. Cittadini, tecnici e politici: tre livelli di un nuovo modello di open-government.
Ogni settore della pubblica amministrazione deve avere il suo strumento di partecipazione diretta degli stakeholder nei processi decisionali: un governo aperto della regione attraverso l”implementazione di percorsi di audit civico, assemblee tematiche e strumenti di e-democracy. Strumenti che devono essere inseriti all’interno dello Statuto codificando una fase di ascolto costante sulle materie di competenza esclusiva e concorrente. Una strada da percorrere, da questo punto di vista, è la possibilità di utilizzare il Sistema pubblico di identità digitale (SPID) non solo per usufruire dei servizi telematici, ma anche per proporre ed essere consultati sulle tematiche di interesse generale.
Massima libertà di accesso ai dati e alle informazioni devono essere un dogma politico che invece troppo spesso vengono nascosti dietro al paravento della privacy. Trasparenza non vuol dire soltanto assolvere agli obblighi di pubblicazione imposti dalla legge, inserendo all’interno del sito istituzionale un’imponente mole di dati spesso incomprensibili e indecifrabili. Trasparenza vuol dire soprattutto porre i cittadini e le opposizioni in condizione di misurare l’operato dell’amministrazione attraverso dati oggettivi, seppur semplificati e fruibili, consegnando gli strumenti di comprensione per un approccio critico anche ai meno scolarizzati.
L’informazione è un diritto strettamente legato alla possibilità di esprimere un voto libero e consapevole, valutando il rendimento di ogni singolo amministratore al fine di comprenderne le scelte. I cittadini devono poter seguire attraverso gli strumenti informatici lo stato di avanzamento di ogni singolo procedimento attraverso una vera e propria tracciatura dei processi amministrativi.