Aumentare sensibilmente i fondi destinati ai progetti di prevenzione e rendere strutturale la rete sociale per combattere la dipendenza dalle droghe, invece di andare avanti con progetti spot. Questa la richiesta del capogruppo in consiglio regionale del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca nel corso del question time. La tragica morte di Flavio e Gianluca e i dati che attribuiscono alla regione Umbria il primato per il consumo e l’abuso di sostanze stupefacenti soprattutto tra i minori dimostrano la necessità di investire nell’implementazione di servizi per la sensibilizzazione, prevenzione e riduzione del danno quanto si investe per le comunità terapeutiche.
La repressione non basta a contrastare il dilagare delle nuove dipendenze tra i più giovani. Se la priorità è salvare vite non possiamo pensare che questo avvenga solo con il percorso in comunità. Per quanto sia efficace il controllo è fondamentale evitare che chi inizia a fare le prime esperienze con le sostanze, sviluppi dipendenze cronicizzate. D’altro canto è anche fondamentale che chi abusa di sostanze psicoattive non paghi i propri errori in maniera definitiva come è avvenuto ai due ragazzi di Terni, vittime delle sostanze ma anche dell’incapacità di chiedere aiuto, per paura delle conseguenze o perché non stavano capendo quello che stava accadendo.
La Regione ha una storia di servizi pubblici e di comunità con una presenza capillare e forte, anche attraverso le Unità di strada, che negli ultimi anni sono stati smantellati. Nel 2017 la Regione ha speso complessivamente 6,3 milioni di euro per programmi in regime residenziale pubblici o convenzionati e 263 mila euro per programmi in regime semiresidenziale. Mentre per l’operatività di strada e di prevenzione a contatto con i giovani soltanto poche centinaia di migliaia di euro.
Bene la mozione votata all’unanimità dall’Assemblea Legislativa per promuovere progetti di sensibilizzazione nelle scuole che coinvolgano anche i genitori o sui social, ma non bastano interventi episodici dato che dobbiamo occuparci di contesti in cui il rischio proviene soprattutto da ambienti extra scolastici. Oggi più che mai servono servizi omogenei su tutto il territorio regionali ma è altrettanto importante far incontrare i servizi con tutti quei giovani che frequentano luoghi di aggregazione formali ed informali, creare dei punti di riferimento autorevoli a cui i ragazzi non hanno paura di chiedere aiuto.
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